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Categorie: Giurisprudenza
La Corte di Cassazione ha statuito che è vietato modificare “in corsa” i criteri di scelta del personale da porre in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria.
Categorie: Giurisprudenza
Il Tribunale di Busto Arsizio, con sentenza n. 528/2010, ha applicato per la prima volta la disposizione della L. n. 183/2010 (cd. “Collegato Lavoro”) che prevede, nei casi di conversione del contratto stipulato a tempo determinato – per difetto dei requisiti di forma e di sostanza – la condanna del datore di lavoro a risarcire il lavoratore con “un’indennità onnicomprensiva nella misura compresa tra un minimo di 2,5 e un massimo di 12 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto”.
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La Corte di Cassazione ha affermato che il datore di lavoro che ha sottoscritto un accordo in base al quale viene riconosciuto un premio ai dipendenti non può recedere unilateralmente dallo stesso.
Categorie: Giurisprudenza
La Corte di Cassazione ha precisato che, in tema di sanzioni civili per omissioni contributive, la legge n. 388/2000, in deroga al principio “tempus regit actum”, ha sancito la generalizzata applicazione del sistema sanzionatorio, previsto dalla legge n. 662/1996, a tutte le omissioni contributive, in qualunque tempo poste in essere, purché esistenti ed accertate alla data del 30 settembre 2000.
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La Corte di giustizia Ue ha obbligato l'Italia ad aumentare l'età della pensione di vecchiaia delle donne nel pubblico impiego, per parificarla, dal 2012, a quella degli uomini.
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La Corte Costituzionale, con sentenza n. 334/2010, ha chiarito che il limite di età per l’istruzione obbligatoria è stato fissato, dal legislatore nazionale, a 16 anni e che pertanto alle Regioni è fatto divieto di abbassare tale soglia intervenendo a disciplinare l’apprendistato e la formazione professionale.
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La Corte di Cassazione, con sentenza n. 21758/2010, ha precisato che nell’assunzione in prova la forma scritta è richiesta ad substantiam.
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La Corte di Cassazione, in tema di contratti di agenzia, ha sancito che la mera sospensione dell’esecuzione della prestazione da parte dell’agente dovuta allo stato di detenzione in carcere non integra il presupposto per la risoluzione per giusta causa del contratto di agenzia da parte del preponente.